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Estratto da: JAM -
Dischi del mese - Made in Italy -
01/01/2005   Mario Giammetti
Già colonna del Quartetto Vocale di Giovanna Marini, Francesca Breschi, che ha collaborato con personaggi come Nicola Piovani e David Riondino, bussa oggi con discrezione alla porta degli appassionati di musica con un disco impegnato, da scoprire e assaporare un pochino per volta. Molto dotata vocalmente, Francesca è votata alla sperimentazione, prendendo a modello un vocalist insuperato e, forse, insuperabile come Demetrio Stratos. Proprio dal repertorio storico degli Area provengono due degli episodi più emozionanti del disco, Luglio, agosto, settembre (nero) e Cometa rossa. E, per quanto l’accostamento suoni indubbiamente blasfemo, non stride il confronto con Louisiana dei Litfiba, qui resa in un convincente coacervo di influenze che vanno dal western all’indiano. Si può parlare di world music anche su Il Cerchio, uno dei brani originali composti dalla stessa Francesca assieme al chitarrista e produttore Adolfo Broegg. Se l’esperienza con Giovanna Marini non soltanto non è rinnegata, ma viene anzi rivisitata con due brani, fra i migliori, Una donna e Coefore, non mancano le rivisitazioni di brani del patrimonio popolare, come Il ritorno di un esiliato (per sola voce e rumori di sottofondo) e Lucente stella, né un' incursione nella musica colta (Morte di Clorinda di Claudio Monteverdi). Fra i brani più interessanti, il sorprendente strumentale Phoenix e Tutti i nomi di Giuda, con un ritornello oracchiabile ma non scontatoe un ottimo lavoro delle percussioini e delle chitarre (sia acustiche che elettriche). Voto:7. Perché:è un lavoro ambizioso tanto musicalmente quanto sul piano vocale. Francesca Breschi è molto brava e merita visibilità.
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